
Dal 1997, il Castel dei Mondi è impegnato a costruire ponti tra arti, scienze, cultura e tecnologia, allestisce mostre, sostiene la produzione di opere artistiche e partecipa alla nascita di nuovi progetti che poi sostiene e promuove. L’obiettivo per i prossimi anni è quello di mescolare campi, generi e generazioni, interrogarsi sui molteplici usi delle nuove tecnologie, prefigurare insomma le nuove sfide di un mondo in movimento, in un’epoca in cui la tecnologia sta trasformando radicalmente ogni aspetto della nostra vita. Il festival si propone come uno spazio di sperimentazione e riflessione sulle nuove frontiere artistiche. Nel prossimo triennio il festival esplora l’incontro tra il mondo delle performing arts e le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale (AI), unendo la creatività umana alla capacità di elaborazione e innovazione delle macchine. L’intelligenza artificiale, con la sua capacità di apprendere, adattarsi e generare contenuti, è un campo fertile per la creazione di nuove forme di espressione, performance e interazione.
Il Festival ha superato indenne, sia pure con difficoltà non da poco, il terremoto che ha colpito tutto il sistema teatrale nazionale, e che ha provocato un vero e proprio sovvertimento delle classificazioni all’interno del Fondo Nazionale Spettacolo dal Vivo (FNSV). Anche per il prossimo triennio 25/27, il Festival è stato ammesso al contributo ministeriale FNSV. Un risultato che ci impiega per i prossimi tre anni a proseguire nella progettazione ormai quasi trentennale, avendo ben chiari i paletti fondanti di questa progettazione. Un Festival che dalla sua istituzione nutre la chimera di servire il teatro come espressione di contenuti etici e civili, e per far questo rifiuta in maniera netta una deriva che colpisce la quasi totalità del sistema teatrale nazionale: ricorrere alla ricetta più semplice e cioè quella di portare nelle programmazioni i corpi delle star che siamo abituati a vedere al cinema, alla TV e online. Una specie di feticismo culturale che non può essere la norma in un sistema per poter sopravvivere.


Il primo è quello di marcare nei prossimi 3 anni gli elementi distintivi del festival lavorando sull’unicità degli eventi, sull’esclusività degli spettacoli proposti. Un lavoro sui contesti e sulle esigenze di conoscenza del contemporaneo in una visione internazionale, per sperimentare l’integrazione tra arte e tecnologia, stimolare il confronto tra artisti e sviluppatori di AI europei e nazionali, su come creare collaborazioni per lo sviluppo di progetti; Stimolare il dibattito sull’uso dell’AI nelle performing arts, su come l’intelligenza artificiale possa influenzare il concetto di creatività e autenticità nelle arti. Offrire infine al pubblico una visione dell’AI non solo come strumento tecnologico, ma come mezzo di trasformazione artistica e culturale. Il secondo, non meno importante, è il coinvolgimento delle città limitrofe, in una visione virtuosa di promozione per il pubblico ed i territori, lungo percorsi turistici che attraversano la regione lungo il percorso federiciano. In passato il festival è stato ospitato nei castelli federiciani delle città vicine facendo leva sulla curiosità verso il mondo e al coraggio di muoversi in settori non familiari. Nei 3 anni si punterà a uno spettatore sempre più “emancipato” in termini di curiosità nel leggere e interpretare la complessità del contemporaneo.

Andria è una città in trasformazione e il festival segue le sue nuove tracce. Una città che si sta rigenerando, riappropriandosi dei suoi luoghi più belli, che sta ristrutturando il suo centro storico e vivacizzando quello commerciale e dell’intrattenimento serale. Andria è città strategica nella filiera enogastronomica e produttiva della Puglia, è una città che è tornata a essere giovane, con una generazione di under 35 vivace e propositiva. Ogni pezzo di città recuperato e restituito ai cittadini diventa luogo del festival. Negli anni, gli scenari del festival sono cambiati, inglobando nuove piazze e nuovi palazzi, nuove strutture e guardando per i prossimi anni a zone della città inesplorate.

Al pubblico in generale interessato a nuove esperienze artistiche e tecnologie emergenti; agli artisti e performer che desiderano esplorare l’uso dell’AI come strumento creativo; ai ricercatori che vogliono applicare le loro conoscenze di intelligenza artificiale alla sfera artistica; ai professionisti e studiosi per stimolare il confronto e l’analisi critica.
Il progetto triennale del Festival comprende le seguenti attività: performance dal vivo e immersive (teatro, danza, musica); Robotica performativa per interagire con il pubblico o con altri artisti; Workshop sui temi legati all’uso dell’AI nell’arte e l’impatto sociale delle tecnologie; Esposizioni e installazioni di ambienti immersivi che uniscano performance, interattività e AI, dove il pubblico può vivere esperienze artistiche uniche; AI e Inclusione Sociale, riflessione congiunta su come le tecnologie possono essere utilizzate per rendere le performing arts più accessibili a persone con disabilità o in contesti di emarginazione sociale.


Nel corso del triennio il festival stringerà collaborazioni e partenariato con istituzioni pubbliche e private. In particolare: Università, accademie di arte e scuole di tecnologia che possano offrire supporto formativo e accademico; Centri di ricerca e innovazione che esplorano l’intersezione tra arte e scienza. Sponsor pubblici e privati: aziende e istituzioni che sostengono l’arte e la cultura.
Il festival si impegna per una sostenibilità culturale e ambientale, cercando di ridurre al minimo l’impatto ecologico, promuovendo l’uso di tecnologie verdi e pratiche sostenibili nella produzione e realizzazione degli eventi.


La vocazione del festival è quella della scoperta dei nuovi talenti. Da anni il festival sostiene compagnie under 35/40 garantendo servizi, ospitalità e sostegni economici alle giovani compagnie. Il festival inoltre ha una ricaduta occupazionale ed economica importante per il territorio, un evento strutturato e continuativo che offre opportunità per tutte le strutture ricettive e di accoglienze e, soprattutto, punta alle opportunità di crescita dei giovani nell’ambito tecnico, organizzativo e della comunicazione. Tutto in funzione di un’ottica di scambio di saperi e conoscenze tra le compagnie giovani e quelle internazionali invitate al festival.
Il festival intende esplorare le nuove frontiere artistiche senza tralasciare la tradizione delle performing arts realizzate dal festival nel corso delle prime 28 edizioni. In questo incontro tra umanità e macchina, si vuole stimolare una riflessione sul futuro dell’arte, della creatività e della società, creando un’esperienza unica per il pubblico e per gli artisti coinvolti.
